La calcaria Salentina
L'etimologia del termine deriva da calcare ossia pietra calcarea;
Le calcarie o “carcare” nel dialetto salentino erano costruzioni rurali a forma conica o tronco-conica realizzate con pietrame calcareo posato a secco raccolto nelle immediate vicinanze di esse e molto simili a costruzioni trulli formi molto diffuse nel Salento ma, a differenza del trullo o pagliara concepita come luogo di riparo, servivano alla produzione della calce molto usata nell’antichità come base delle malte da costruzione grassello di calce e nelle tinteggiature latte di calce.
La calce sostituiva in tutto e per tutto gli odierni cementi all’epoca inesistenti poiché l’industria italiana del cemento iniziò la produzione di tale legante solo a partire dagli inizi del 1900.
La produzione di calci da calcarie nel Salento si diffuse ovunque vi fosse la presenza di materiale lapideo idoneo (pietra viva compatta e dura) e si è protratta verosimilmente fino agli anni 1970-1975 da quando prese il via la produzione industriale delle calci.
In sostanza la calcaria era una fornace a cielo aperto a forma di trullo realizzata con pietre sistemate ad hoc al cui centro era un piccolo vano focolare che veniva riempito di materiale combustibile (fascine, scarti combustibili) e che veniva acceso come un forno continuamente alimentato. La combustione avveniva per giorni finche alla fine del ciclo il pietrame della calcaria, con reazione al calore, si trasformava in carbonato di calcio puro dal colore bianco calce appunto (calce viva). A tale processo seguiva poi l’operazione dello “spegnimento della calce” o “calce curata”, avveniva da ogni privato acquirente della calce venduta in zolle attraverso l’aggiunta di acqua. Tale processo durava molte settimane con rabbocchi continui di acqua, in genere questo avveniva in piccole cisterne scavate chiamate “caucinari”, finche la calce viva si trasformava chimicamente in “grassello di calce” dalla consistenza umida e pastosa.
Il grassello infine chiude il processo essendo esso stesso l’elemento base di partenza per produrre malte a base di calce e latte per tinteggiature di pareti.
Fonte: geom. Franco Arcuti